martedì 7 ottobre 2008

Luci ed ombre...

Eccomi, finalmente a casa.
Oggi è martedì ed è il giorno più impegnativo della settimana (che non si può definire tale, perchè finisce giovedì - in teoria il super ed interminabile week end sarebbe per studiare...in teoria...scherzo!...)

Beh, sono partita alle 7 di mattina e sono tornata alle 7 di sera...Normale direte voi...Per chi lavora forse è normale...Io mi devo ancora abituare a questo tran tran...

Quello che mi costa partcolarmente è il consueto e ormai abituale vagabondaggio tra le vie del centro di Brescia.
Nutro un assurdo e antitetico rapporto di ODIO / AMORE con la città.
Mi affascinano le sue viuzze spopolate, i percorsi alternativi in cui mi cimento quando voglio togliermi dal fiume di persone schiamazzanti tra le quali devo fare lo slalon.
Mi affascina Brescia, i suoi milleseicento bar con i tavolini sparpagliati nelle piazze, dove puoi farti un cappuccio e brioches guardando edifici che sono opere d'arte e patrimonio storico insieme.
La città ha un fascino tutto suo.
Con i miei occhi spesso e volentieri immortalo dettagli che vorrei catturare in un'istantanea.
In particolare adoro i portoni antichi...Quando ho la fortuna di scorgerli aperti, oltre ci trovo il paradiso.
Cancellate nere, appuntite, che si slanciano fino al soffitto. Tentano di imprigionare, di nascondere i giardini privati, privilegio di pochi.
Ecco, adoro scoprire cosa sta oltre, cosa c'è dopo.

Le vetrine riflettono tutto il caos alle mie spalle.
I soliti vestiti, con i soliti manichini stanchi e immobili. Espressioni paralizzate in un istante, sguardi di sfida che ti dicono "comprami" e te lo dicono un giorno, due, tre...sempre...
Occhi spenti e tristi. Corpi magri, di quelli che ti fanno sentire enorme e ingombrante.
Ecco, questa è la città che odio.
Quella che mi fa tornare a casa stanca e mi fa sentire sporca, lurida...Mi sento lo smog appiccicato alla pelle...
Camminare in via San Faustino (dove c'è la Facoltà di Giurisprudenza), è come immergerti in un mare di odori. E' un immersione, dovrebbero dotare i passanti di bombola d'ossigeno.
Gli odori non se ne vanno mai...Ci sono dalla mattina alla sera, con una leggera acutizzazione verso le sette di sera.
Credo che se provassi a chiudere gli occhi e a far viaggiare la mia immaginazione oltre l'oceano, riuscirei a pensarmi ancora a Lima, nel mio amatissimo Perù...Riuscirei a catapultarmi là, ne sono certa.
Penso che verrà il giorno in cui l'odore di soffritto alle otti di mattina non mi provocherà più nausea. Spero che quel giorno giunga il prima possibile.
Si, credo proprio che succederà, ho tempo 5 anni per abituarmici.
Prima o poi spero di assuefarmi.

Brescia ti condanna a vagabondare in eterno. E' colpa sua se non trovi un posto dove stare, dove vuoi e dove puoi.
Perfino sotto il Teatro Grande non è più possibile sostare un' attimo. C'erano tutti i metallonzi e i pankettoni, ma li hanno mandati via. Non facevano nulla di male, anzi. Secondo me erano molto pittoreschi, riproducevano uno spaccato giovanile molto ispirante.
A parte questo, ecco, la città quando è così mi è proprio nemica. E cammino cammino e nemmeno stare dentro un bar mi piace più, perchè se c'è la musica alta io desidero il silenzio. Se c'è troppo silenzio mi sento in dovere di dire qualcosa al barista annoiato pur di riempire quel vuoto di rumore.
Insomma...In un certo senso sono succube di quel movimento, perchè anche io ne faccio parte e devo muovermi insieme al tutto.
Sono parte anche io di quelle ragazze davanti alle vetrine che sorridono e indicano, sono anche io fra quegli impiegati bancari incravattati, fuori dal loro posto di lavoro, che attendono l'apertura di quell'ambiente plastico ed elettrostatico che è la banca.
Io sono nel cesto della bicicletta di quella ragazza bionda filiforme che attraversa corso Zanardelli sfrecciando tra i passanti.
Sono seduta in terra con quel ragazzo di strada che, in ginocchio e con lo sguardo fisso e umile, rimane immobile con una mano tesa.
Sono le corde del violino che un uomo suona sotto i Portici X Giornate.
Sono nel caffè espresso di quella signora con gli occhiali da sole che non fa altro che chiacchierare con un uomo brizzolato.

Io sono parte del tutto.

Sgranocchio i miei crekers seduta su una panchina di corso Zanardelli e penso a tutti ciò.
Forse sto perdendo tempo...è probabile. Ma non mi interessa.
Forse sto pensando a cose inutili e assurde, che non giovano a nulla.
In effetti un posto dove stare ce l'ho. Ho trovato una magnifica aula studio all'uni. Me ne sono già innamorata...Mi innamoro dei posti, io.

O forse sto indagando il segreto più profondo della vita.

Non lo so di preciso.
So solo che avevo tanta voglia di scrivere.

A presto.
Vany (matricola 73965)