giovedì 20 marzo 2008

8 MARZO 2008…Femmine si nasce, donne vere si diventa!

Anche quest’anno è trascorso l’8 marzo, la festa dedicata alle donne; e come gli anni precedenti mi trovo a riflettere sulla condizione femminile nella nostra società.

Non voglio fare moralismo: di quello sono già pieni i programmi televisivi, i giornali, le riviste e le chiacchiere della gente. E non voglio nemmeno “andare a riutilizzare” per l’ennesima volta argomenti scontati servendomi di vocaboli stra-abusati del tipo “parità fra i sessi”, “discriminazioni”, “emancipazione femminile” ecc..

Vorrei solo porre una domanda a tutti i visitatori di Light-on ed in particolare mi rivolgo a tutte le ragazze: pensate che la donna abbia conquistato la cosiddetta ‘parità’ rispetto all’uomo? Questo semplice quesito potrebbe generare dentro di voi una riflessione profonda, come è successo a me. Personalmente credo che noi donne siamo ben distanti dalla parità alla quale aspiriamo da sempre. Il problema, secondo me non sta nel fatto che le nostre capacità siano state troppo spesso messe in dubbio dal mondo maschile, ma piuttosto sulle qualità che le donne hanno messo in gioco. Credo (e spero vivamente) che i pregiudizi maschilisti sulla nostra presunta inferiorità siano stati superati; e questo grazie soprattutto alle numerose lotte e manifestazioni organizzate da donne combattive e giuste alle quali noi, adulte del domani, dobbiamo essere debitrici.

Credo che la questione si concentri principalmente sul modo con cui il genere femminile si è affiancato all’uomo e soprattutto sui valori su cui le donne “hanno preferito puntare” per guadagnarsi uno spazio nella società.

Mi spiego utilizzando alcuni esempi: accendiamo la tv e notiamo per quante volte la figura femminile compare sulla scena e soprattutto in quale genere di programmi.

Ora, spegniamo la tv e accendiamo la mente: è parità quella che emerge in un ruolo così in un programma televisivo? Gli uomini fanno le stesse cose delle donne in televisione?

Il guadagno che pensavamo di trovare esibendoci in tv si è rivelato assai misero.

E mi rivolgo a voi, ragazze: è esattamente per questo che le nostre mamme o le nostre nonne hanno lottato? Possiamo considerare l’atteggiamento delle soubrette e delle “tuttologhe televisive” (o indecise) rispettoso nei confronti del genere femminile di cui fanno parte?

Quali caratteristiche femminili hanno preferito valorizzare?

Un altro esempio proveniente direttamente dalla realtà italiana: le quote rosa. Per chi non ne avesse mai sentito parlare ecco una breve spiegazione: per favorire la partecipazione delle donne alla vita politica del paese e garantirne l’adeguata rappresentanza nelle sedi istituzionali, nel febbraio 2006 fu approvato a larga maggioranza dal Senato della Repubblica un disegno di legge, il quale però non passò al voto della Camera per mancanza dei tempi tecnici a causa della fine della Legislatura. Il disegno di legge n. 3660 voleva garantire e rendere effettiva un’adeguata rappresentazione delle donne nella composizione delle liste elettorali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Una volta approvata, la nuova legge avrebbe permesso di candidare una quota di donne nelle liste elettorali che non poteva essere inferiore al 33% del totale, favorendo così il loro accesso al Parlamento. Fortunatamente questo non avvenne: i favoritismi non li vuole nessuno e tanto meno noi donne! Se siamo chiamate ad un importante compito o, come in questo caso, ad un’alta carica politica, preferiamo essere scelte per le nostre capacità, la nostra professionalità, per la fiducia che ripongono in noi, per la nostra bravura e nient’altro.

Alla meta ambita bisogna arrivare per queste caratteristiche e non per il solo fatto di essere donne e poter quindi approfittare di una “corsia preferenziale”. Questo è sminuire il genere femminile e alludere palesemente a quel “sesso debole”, dicitura che ha tanto innervosito le femministe più ferventi.

Questo è il mio parere personale.

Noi donne non possono pretendere la parità continuando ad accettare i ruoli più umilianti che i media ci attribuiscono.

Ragazze, diamoci da fare: non lasciamo che gli altri pretendano poco da noi stesse, non accontentiamoci mai della banalità. Essere donne è un compito importante e pieno di difficoltà. L’importante è non dimenticarsi mai della nostra dignità così come della dignità di tutti.